Reduci dai sorprendenti risultati del convegno del 17 giugno u.s. ad Arpino, siamo diretti senza sosta verso nuovi obiettivi, non dimenticando quelli in itinere. I frutti attesi dagli atti, sono andati ben oltre le aspettative! Interessanti tutti gli interventi. Abbiamo appreso con chiarezza espositiva, grazie al dott. A. Frepoli, le nozioni di base della sismologia moderna fino a mettere a fuoco le attività operative di monitoraggio istituzionale sul nostro territorio ed i relativi sviluppi.
Da anni, lo scambio dei dati delle “stazioni sismiche dell’Osservatorio Geofisico Valle Del Liri” della rete IESN, permette infatti di elaborare in maniera sempre più accurata, la localizzazione dei terremoti. Come precisato, l’area del Cassinate è sotto i riflettori! Si registrano quasi mille terremoti all’anno. Abbiamo fatto un bellissimo percorso di studi, se pur virtuale, nei meandri delle gallerie dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, presso i laboratori del Gran Sasso d’Italia, grazie al prof. G. De Luca che si accinge a studiare le potenzialità dell’acqua, quale possibile precursore dei terremoti. Ma siamo ancora lontani da un risultato che offra una concreta unità di misura. Servirà raccogliere ancora molti dati e soprattutto servirà interpretarli in maniera corretta. Per l’occasione, ci preme ricordare che i terremoti non si possono prevenire, (per ora) ma grazie alle mappe di pericolosità sismica del territorio, possiamo sapere dove avverrà con molta probabilità il prossimo evento sismico. Lo studio della mappa celeste, è un’affascinante materia scientifica che abbiamo sempre sostenuto. Una panoramica chiarificatrice sulla realtà astronomica odierna, sulle collaborazioni istituzionali di “Campocatino” e sulle problematiche riguardanti la c.d. spazzatura spaziale, sono state nozioni gradite e degne di approfondimento. La pluriennale collaborazione con l’Osservatorio Astronomico di Campocatino, grazie al Direttore dott. M. Di Sora, ha permesso alla nostra rete di espandersi sul territorio e di registrare numerosi eventi anche extra nazionali (i c.d. telesismi); al fine di capire meglio l’evoluzione della teoria della “tettonica delle placche”. Una infinità di dati fruibili anche dagli istituti scolastici per capire meglio com’è fatto il pianeta Terra.
Per l’occasione, vogliamo fare un’anticipazione: è prossima l’installazione di una nuova stazione sismica, presso un altro Osservatorio Astronomico presso il Comune di Civita D’Antino (AQ), proprio nella Valle Roveto. Osservatorio astronomico che presto diventerà anche geofisico! Una depressione intermontana dell’Italia centrale, posta nella porzione più occidentale dell’Appennino centro-meridionale. La valle attraversata dal fiume Liri, che collega due aree idrografiche. Una delle scosse principali avvenne nella Valle Roveto nel 1349 (Mw 6.8). Un altro terremoto, nel sorano avvenne nel 1654 (Mw 6.3) ed ancora il terremoto della Marsica del 1915 (Mw 7.1). Ma vi furono anche terremoti generati dalla stessa valle Roveto: nel 1922 (Mw 5.2) e nel 1927 (Mw 5.2) Anche negli ultimi anni la zona è stata interessata da significativa attività sismica come quella di Balsorano (AQ) del 2019. I nuovi dati geologici oggi disponibili forniscono dunque un avanzamento delle conoscenze sul quadro sismo tettonico di questo settore della catena appenninica, evidenziando la presenza di una struttura tettonica attiva, potenzialmente in grado di generare eventi sismici di elevata magnitudo, in prossimità dei centri abitati di Avezzano e Sora.
Ma il convegno è stato caratterizzato da un altro interessante intervento: quello del dott. F. Nucera, direttore della Rete Sismica Sperimentale Italiana che ha colorito il convegno con uno stimolante dibattito, ottenendo il coinvolgimento piuttosto energico non solo gli altri relatori ma ha generato una stimolante interazione con il pubblico composto da amministratori regionali, locali, da volontari di protezione civile, professionisti del settore e tanti cittadini. Il dott. Nucera ha voluto “provocare” la sala ricordando che siamo a strettissimo contatto con il sistema vulcanico Flegreo e l’incertezza ci mette di fronte ad una potenziale realtà emergenziale da gestire. Inoltre, ha vivamente consigliato alla nostra organizzazione di rafforzare la rete sul versante molisano che storicamente è caratterizzato dalle aree ad alto rischio sismico di Montaquila e Venafro (IS) su un fronte ed il massiccio del Matese sull’altro fronte. Insomma, c’è da stare in allerta ed insistere sull’attività di prevenzione tra la popolazione e le istituzioni locali.